9 ottobre 2012

Perle perle e perle

Torna il gioiello cult: Le Perle Piacevano a Cleopatra e alla grande Elisabetta, alla principessa Diana e Jackie Kennedy. Per secoli sono state simbolo di potere e ricchezza. Da tempo si erano inabissate. Sepolte nel dimenticatoio femminile del bon ton. Poi d’un botto – complice la crisi con il rilancio forzato dei grandi classici – ecco ricomparire le perle. Perle di Thaiti, perle barocche, perle di famiglia, di fiume, grigie, preziosissime o fintissime. A manciate. Sfoggiate dalle signore italiane, come dalle americane (Michelle Obama in primis), ma anche e soprattutto dalle giovanissime che non hanno mai visto neppure un fotogramma di «Colazione da Tiffany». E tanto meno conoscono il potere dell’eleganza di Audrey Hepburn in tubino nero e giro di perle. Infatti, non le portano come la protagonista del cult movie. Ma abbinate a minigonne vertiginose e magliette a righe, a jeans e giubbotti di pelle nera, a pullover oversize e legging. Non un filo, ma tanti, possibilmente in svariate dimensioni. Le perle vere, si dice, portino sfortuna. Soprattutto se è un uomo a regalarle. Sono messaggere di lacrime, raccontano le nonne alle nipoti, sostenendo che si devono tramandare solo di madre in figlia. Per secoli gli uomini hanno rischiato la pelle per cercarle e prenderle sul fondo del mare. Da lì nasce la credenza che portino lacrime. Si rifà alle storie cinesi e giapponesi dei pescatori di perle che perdevano la vita sott’acqua e delle loro fidanzate che li piangevano disperate. Ma si diceva anche che la conchiglia, una volta creata la perla, morisse e quella fosse la sua lacrima d’addio. Oggi, che alle leggende non bada più nessuno, si pensa invece che le collane di perle portino lacrime (d’invidia) solo a chi non le possiede.

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